Galleria Magenta
dal 1979
MAGENTA IS
Variazioni di un colore protagonista
•
Il
color
Magenta
nasce
per
pura
casualità
in
una
notte
del
1859,
quando
il
chimico
Francois
Emmanuel
Verguin
di
Lione,
da
lungo
tempo
impegnato
nella
creazione
di
nuovi
coloranti
artificiali
per
l'industria
tessile,
sfinito
e
demotivato,
decise
di
andare
a
dormire,
gettando
dalla
finestra
i
composti
utilizzati
per
la
ricerca.
La
mattina
seguente,
al
suo
risveglio,
restò
però
a
bocca
aperta,
perchè i residui dei composti rimasti nel contenitore di prova, mescolandosi fra loro, avevano dato vita a un colore vivacissimo, una sorta di rosso mai visto prima.
•
Quando il nuovo rosso venne brevettato da alcune società di produzione tessile, ricevette nomi diversi: fuchsine, roseine e solferino. Ma nessuno di questi nomi creò “appeal”.
Così,
il
suo
creatore,
con
un’abile
mossa
di
marketing,
lo
ribattezzò
“Magenta”,
associandolo
alla
decisiva
“Battaglia
di
Magenta”,
combattuta
il
4
giugno
1859,
durante
la
seconda
guerra
d'indipendenza per l'unità d'Italia.
•
Questa
scelta
fu
dettata
dal
fatto
che
l’evento
bellico
era
diventato
così
popolare
da
essere
sulla
bocca
di
tutta
Europa,
al
punto
da
scatenare
una
vera
e
propria
“Magenta-mania”.
Infatti,
in
virtù
della
vittoria
riportata
in
battaglia,
divennero
di
grande
tendenza,
non
solo
il
color
“Magenta”,
ma
anche
la
zuppa
“Magenta”
e
intere
collezioni
di
abiti
ricavate
dalla
stoffa
di
color
“Magenta”.
L’eco
della
battaglia
fu
talmente
vasto
che
le
origini
del
nuovo
colore
vennero
addirittura
mitizzate.
Si
diffuse
dunque
la
leggenda
che
il
colore
nacque
proprio
sul
campo
di
battaglia,
quando
i
pantaloni bluastri dei soldati Zuavi, intridendosi di sangue, diedero vita a un colore simile al ciclamino.
•
In
realtà
il
color
Magenta
vive
di
vita
propria
e
non
corrisponde
né
al
fucsia
né
al
ciclamino,
che
sono
semplicemente
sue
derivazioni.
il
Magenta
è
infatti
un
colore
peculiare
che
non
fa
parte
dello
spettro
ottico.
Ciò
significa
che
non
può
essere
ricreato
attraverso
la
luce
di
una
sola
lunghezza
d'onda
e
si
ottiene
soltanto
unendo
luce
rossa
e
blu
in
parti
esattamente
uguali.
Per
questo
si
dice
che il Magenta sia un colore primario sottrattivo (come lo sono il ciano e il giallo), ricavabile dalla stessa quantità di verde e blu, costituendo un colore al contempo caldo e freddo.
•
Nel 2023 il Pantone Color Institute (USA), che è l'organo mondiale più autorevole in ambito di scienza del colore, ha dichiarato ufficialmente il Magenta “colore dell’anno 2023” denominandolo
18-1750 VIVA MAGENTA.
•
Ma
qual
è
stato
il
motivo
di
questa
elezione?
Nel
2022,
il
Pantone
Color
Institute,
ha
organizzato
un
meeting
speciale
a
cui
hanno
partecipato
diversi
gruppi
di
lavoro
internazionali
“esperti”
di
cromia,
con
la
finalità
di
individuare
i
princìpi
influenti
sulla
scelta
di
tonalità
nuove
e
innovative.
Dopo
alcuni
giorni
di
dibattito,
è
stato
selezionato
all'unanimità
il
Magenta,
perché
ritenuto
un
colore vibrante, esuberante, audace, inclusivo e forte: una tonalità di rosso che incoraggia l'espressione di sé, per un futuro più positivo, all'insegna della resilienza e dell’ottimismo.
•
Germano
Cattaneo
nasce
il
6
maggio
1946
a
Magenta
(MI),
una
cittadina
alle
porte
di
Milano,
comune
del
Parco
del
Ticino,
che
deve
la
sua
notorietà
alla
decisiva
Battaglia
di
Magenta
combattuta
il 4 giugno 1859, nel corso della Seconda Guerra d’Indipendenza per l’Unità d’Italia.
•
Di
progenie
magentina,
cresce
e
riceve
la
sua
prima
formazione
nella
terra
che
gli
ha
dato
i
natali,
assimilando
i
valori
della
cultura
locale
e
rimanendone
per
sempre
molto
affezionato.
Questo
legame profondo influenza le sue future scelte personali e professionali.
•
Dopo
essersi
formato
in
ambito
grafico
e
pubblicitario
a
Milano,
perfeziona
quanto
acquisito,
maturando
una
lunga
esperienza
lavorativa
presso
importanti
realtà
imprenditoriali
del
capoluogo
lombardo,
specializzate
in
comunicazione
visiva,
marketing
e
pubblicità.
La
creatività
e
l’estetica
del
linguaggio
visuale
lo
affascinano
a
tal
punto
da
coltivare
parallelamente
e
instancabilmente
la
sua passione per l’arte, intessendo rapporti sempre più stretti con le storiche gallerie della città capitale.
•
Dall’intensa
frequentazione
di
gallerie
e
artisti
che
dominano
e
caratterizzano
il
panorama
artistico-culturale
non
solo
milanese,
ma
anche
nazionale,
coltiva
l’ambizioso
progetto
di
fondare
una
propria galleria nell’amata città d’origine, con il chiaro intento di trasferire anche nel territorio metropolitano nomi ed eventi d’arte di eccellenza.
•
Il
20
Ottobre
1979
fonda
“Galleria
Magenta”,
a
Magenta,
in
Via
Roma
45,
sul
corso
principale
dell’omonima
città.
L’inaugurazione
della
prima
mostra,
una
collettiva
che
raccoglie
le
opere
dei
più
insigni maestri italiani del Novecento, si rivela subito un grandissimo successo, per la partecipazione di un pubblico molto ampio, proveniente anche dalla vicina Milano.
•
Nell’arco
di
pochi
anni
infonde
alla
galleria
un’identità
specifica
e,
nel
contempo,
versatile:
alla
entusiasmante
opera
di
diffusione
della
cultura
dell’arte
moderna
e
contemporanea
affianca
la
meticolosa ricerca di progetti creativi da dedicare al mondo dell’Impresa, che si concretizza nell’edizione esclusiva di d’arte e design e in servizi di comunicazione integrata di chiara
matrice artistica.
•
Oltre
alla
sede
direzionale,
inaugura
l’apertura
di
nuove
gallerie
satelliti:
Galleria
Magenta
di
Barzio
(LC)
in
Valsassina,
Galleria
Magenta
di
Morimondo
(MI),
porzione
della
suggestiva
Abazia
Cistercense del 1000, Nuova Dimensione e Spazio7 di Magenta (MI).
•
Nel
1998
è
l’autore
del
Primo
Simposio
Internazionale
di
Scultura
per
la
sua
città,
intraprendendo
un
impegnativo
progetto
di
“arte
partecipata”
che
vede
l’allestimento
di
un
cantiere
per
la
lavorazione
del
marmo
di
Carrara
aperto
al
pubblico,
il
coordinamento
di
una
squadra
di
scultori
di
diversa
nazionalità,
la
creazione
di
cinque
imponenti
sculture
“a
tema”
per
la
riqualificazione
del
territorio
urbano.
Ai
lavori
scultorei
accompagna
l’organizzazione
di
significativi
eventi
collaterali
di
supporto,
con
l’intervento
di
illustri
critici
dell’arte
e
il
coinvolgimento
delle
scuole
nella
rappresentazione
teatrale
“Mi
bevo
la
Scultura”
presso
il
“Teatro
Lirico”
cittadino.
Devolve
l’intero
ricavato
dello
spettacolo
ad
AICIT
Magenta
(Associazione
Intervento
Contro
i
Tumori),
con
l’edizione limitata e “dedicata” di magliette artistiche. A compimento delle sculture, ne diviene sponsor principale, impegnandosi perché diventino medium di abbellimento territoriale.
•
Negli
anni
2000-2001
collabora
con
AVIS
Magenta
alla
riedizione
in
versione
artistica
del
Premio
“Carlo
Maronati”,
grazie
al
progetto
“Arte
per
Amare”,
vòlto
al
riconoscimento
dell’impegno
assiduo
dei donatori meritevoli mediante la donazione di un’opera d’arte ispirata al valore del volontariato per amore del prossimo.
•
Nel 2003, in occasione del centenario di fondazione della Basilica di S. Martino di Magenta, commissiona all’artista Sergio Giannini la realizzazione di un grande dipinto intitolato “Annunciazione”
(f.to 160x210 cm – olio su tela) da destinare alla Cappella della Madonna nella navata laterale (a sx) all’altare principale, poiché ancor priva di un’opera raffigurante il divino annuncio.
•
Nel
2004,
a
marzo,
durante
le
celebrazioni
della
festività
liturgica
della
Sacra
Famiglia,
dona
pubblicamente
al
duomo
cittadino
la
suddetta
tela,
che
entra
così
a
far
parte
del
patrimonio
artistico-
religioso
del
luogo.
A
giugno,
per
desiderio
dei
volontari
e
degli
ospiti
della
Casa
di
Riposo
“Augusta
Plodari”
di
Magenta,
commissiona
nuovamente
all’artista
Sergio
Giannini
la
realizzazione
dell’opera
“Sacro
Cuore”
(f.to
50x70
–
olio
su
tela),
raffigurante
la
divinità
del
Cristo,
facendone
dono
alla
Cappella
della
struttura.
Nello
stesso
mese
e
grazie
alla
partecipazione
dello
stesso
artista,
realizza e dona al Comune di Morimondo l’opera “Nostra Signora d’Europa” (f.to133x195 – olio su tela) di ispirazione rinascimentale, che diviene parte della collezione permanente del
“Museo Civico” comunale.
•
Ancora
nel
2004,
a
dicembre,
in
occasione
del
S.
Natale,
è
ideatore
e
sponsor
del
progetto
“Un
capolavoro
per
Magenta”,
facendo
installare
sul
sagrato
della
basilica
di
S.
Martino
di
Magenta
la
scultura in bronzo “Gioa di Libertà”, alta 10 metri, dell’artista internazionale Harry Rosenthal.
•
Nel 2007 dalla Camera di Commercio di Milano è insignito del premio “Milano Produttiva” con medaglia d’oro.
•
Nel
2011
patrocina
l’istituzione
del
marchio
“ActionArt”,
ideato
da
Nicoletta
Cattaneo
e
Marco
Lazzaroni,
per
identificare
tutti
i
progetti
e
i
servizi
artistico-creativi
di
carattere
“esperienziale”
e
“partecipativo” che Galleria Magenta destina agli ambiti culturale, pedagogico, didattico, aziendale e sociale.
•
Nel
2012
è
promotore
e
main
sponsor
della
Prima
Nazionale
“Incontro
con
Arno
Stern”,
maestosa
mostra
fotografica
antologica
inedita,
tenuta
per
la
prima
volta
in
Italia
da
Arno
Stern,
semiologo
di
fama
internazionale,
presso
il
complesso
Ex
Convento
dell’Annunciata
di
Abbiategrasso
(MI).
Nello
stesso
anno,
in
collaborazione
con
Nicoletta
Cattaneo
e
Marco
Lazzaroni,
inaugura
a
Magenta
“ActionArt Factory”, atelier delle Arti rivolto a tutte le età (3-100 anni) come luogo di esperienza artistica intergenerazionale, di interazione scolastica e di promozione culturale.
•
Nel
2014,
su
idea
e
progetto
di
ActionArt
Factory,
per
il
“Giugno
Magentino”
con
patrocinio
del
Comune
di
Magenta,
sovvenziona
presso
Casa
Giacobbe
l’evento
creativo
“Nel
Passato
Nuova
Educazione per il Futuro”, collaborando con la Fondazione Antroposofica Milanese, la Scuola Rudolf Steiner di Milano e il Forum Internazionale Uomo e Architettura Sezione Italiana.
•
Nel
2015,
in
occasione
del
156°
anniversario
della
storica
Battaglia
di
Magenta,
commissiona
all’artista
americano
Domenick
Di
Pietrantonio
l’istallazione
interattiva
“Fugando”,
per
farne
dono
al
“Museo della Battaglia di Magenta” a Magenta. L’opera, collocata nel Foyer del Museo, testimonia la perpetuità dei valori risorgimentali nella contemporaneità.
•
Nel
2019,
in
occasione
del
40°
anno
di
attività,
celebrato
da
Galleria
Magenta
con
il
grande
evento
pubblico
“Sotto
la
luna
il
mondo”
che
vede
la
straordinaria
partecipazione
performativa
dell’artista internazionale Paolo Carta, è insignito del riconoscimento di Confcommercio Milano “per il valore e il prestigio”.
•
Nel 2021, per motivi di salute, è costretto a ritirarsi a vita privata, affidando la gestione delle gallerie alla direzione di famiglia.
•
Si spegne il 10 febbraio 2023, con sentita partecipazione cittadina.
© Galleria Magenta 2025 - All rights reserved
COLORE
CITTA’
GALLERIA MAGENTA
GERMANO CATTANEO: IL FONDATORE
MOSTRA
La
nuova
stagione
espositiva
2024
di
Galleria
Magenta
prende
forma
con
l’inaugurazione
di
una
mostra
dedicata
al
colore
rosso
Magenta
,
che
proprio
nello
scorso
anno
ha
visto
la
sua
elezione
a
“colore
dell’anno”
con
l’appellativo
“Viva
Magenta”
da
parte
dell’americano
Pantone
Color
Institute
.
L’idea
nasce
per
dare
inizio
a
un
ciclo
di
eventi
d’arte
e
cultura
che
negli
anni
a
venire,
nella
ricorrenza della nascita del fondatore della galleria
, saranno proposti
in suo ricordo
, secondo una formula sempre nuova e diversa.
Questo
primo
appuntamento
è
riservato
all’unicità
e
alla
versatilità
di
un
colore
non-colore
,
componente
fondante
del
repertorio
cromatico,
che
si
chiama
“Magenta”
,
proprio
come
la
città
che
ha
visto i natali di
Germano Cattaneo
e che da
45 anni
è luogo d’origine della sede di
Galleria Magenta
.
MAGENTA
IS
è
la
mostra
che
vuole
così
celebrare
e
riunire
in
sé
la
storia
di
un
colore
(talvolta
mitizzata
dal
contesto
della
“Battaglia
di
Magenta”
del
1859),
la
cui
denominazione
deriva
dalla
sua
città
omonima,
l’
essenzialità
dell’elemento
cromatico
come
principio
base
per
la
creazione
degli
altri
colori
e,
infine,
la
sua
natura
intrinseca
di
sapersi
declinare
in
gradazioni
e
sfumature
infinite
,
cha vanno dal rosa al rosso, fino al viola.
A
raccontarlo
sono
60
opere
scelte
di
artisti
che
fanno
parte
della
lunga
storia
della
galleria,
a
partire
dai
grandi
maestri
del
‘900
italiano
(Aligi
Sassu,
Franco
Rognoni,
Giancarlo
Cazzaniga,
Giovan
Francesco Gonzaga, Roberto Crippa, Luciano Minguzzi, Giuseppe Migneco…) fino
agli artisti emergenti del contemporaneo
.
Le
opere
in
parete
infatti,
in
una
miscellanea
di
tecniche
artistiche
,
non
avranno
in
comune
un
tema,
poiché
ognuna
di
esse
sarà
identificativa
del
proprio
artefice,
ma
saranno
fra
loro
collegate
dalla
presenza
del
protagonista
“Magenta”
,
in
tutte
le
sue
multiformi
variazioni
.
Del
resto
quale
linguaggio,
se
non
quello
principe
dell’arte,
potrebbe
meglio
narrare
la
flessuosità
di
questo
colore,
a cui la tavolozza di un artista non può certo rinunciare?
Il
titolo
della
mostra
vuole
proprio
richiamare
all’
internazionalità
e
all’
eclettismo
di
questa
tonalità
cromatica,
che
ha
raggiunto
l’apice
della
sua
fama
in
un
arco
di
tempo
molto
breve,
se
si
pensa
che
la
sua
scoperta
è
avvenuta
in
modo
del
tutto
casuale
solo
nel
XIX
sec.
ad
opera
del
chimico
francese
François-Emmanuel
Verguin
,
nella
ricerca
spasmodica
di
una
nuance
di
tendenza
per
il
settore
tessile.
Fu
poi
proprio
il
suo
stesso
scopritore
a
battezzarlo
“Magenta”,
con
un’abile
strategia
di
marketing,
associandone
il
nome
al
fatto
di
cronaca
più
in
voga
del
tempo,
quello
appunto
della
battaglia.
E
così
il
Magenta
entra
a
pieno
titolo
nella
scala
cromatica
dei
colori,
appropriandosi
del
posto
d’onore,
quello
riservato
ai
colori
primari
,
senza
i
quali
non
sarebbe
possibile
pensare
né all’arte né alle tecniche grafiche di stampa.
Eccolo
allora
in
mostra,
espresso
in
tutte
le
sue
sfumature,
per
dare
voce
e
compimento
al
mondo
interiore
di
artisti
di
ieri
e
di
oggi,
in
un
“ensemble”
poliedrico
,
in
cui
il
visitatore
può
conoscerlo
e
apprezzarlo totalmente nella sua pienezza e nella sua duttilità.
L’esposizione
è
accompagnata
da
un
QR-ART
Code
su
tela
pittorica,
edizione
esclusiva
di
Galleria
Magenta,
dedicato
completamente
all’iniziativa,
contenente
storie
e
curiosità
del
Magenta,
della
città da cui mutua il suo nome, della mostra, della galleria e del suo iniziatore.
Le tracce di un primo originario insediamento in territorio magentino risalgono all’
Età dei Metalli
, intorno al
2500 a.C.
Nel
V
sec.
a.C.
,
nella
fase
della
Roma
repubblicana,
alcune
tribù
di
Galli
Insubri
si
insediano
stabilmente
nella
porzione
di
territorio
magentino
più
vicino al fiume
Ticino
(corrispondente all’odierna
frazione di Pontevecchio
), costituendo un punto strategico di collegamento con la Gallia.
Nel
III sec. a.C.
, i Romani estendono il loro dominio anche nell’Italia settentrionale, sulla
Gallia Cisalpina
, il villaggio diviene possesso romano.
La
fondazione
di
“Castra
Maxentia”
,
come
agglomerato
urbano
con
una
propria
identità,
avviene
forse
nel
297
d.C.
,
con
l’imperatore
Massimiano
Erculeo
,
che
stabilisce
la
capitale
dell’Impero
Romano
d’Occidente
a
Milano,
intraprendendo
un
progetto
di
riqualificazione
del
territorio
a
ovest
della città attraverso la costruzione della
“Milano romana”
.
Nel
IV
sec.
d.C.
la
diffusione
capillare
del
Cristianesimo
nei
territori
dell’Impero
romano
induce
i
Concili
di
Sardica
e
di
Laodicea
a
dare
un’organizzazione
all’assetto
ecclesiastico
con
l’istituzione
di
vescovati
che
riuniscono
le
comunità
cristiane
nel
sistema
delle
pievi
rurali.
Maxentia
entra quindi a far parte della
Pieve di Corbetta
.
Nel
corso
del
Medioevo,
Maxentia
muta
il
suo
nome
latino
nel
volgare
“Mazenta”
,
ma
avverte
i
contraccolpi
della
politica
intransigente
dell’imperatore
Federico I Barbarossa
, che non manca di saccheggiarla. In seguito subisce il duro dominio dei
Della Torre
, signori di Milano.
Nel
1310
Mazenta
riceve
il
titolo
di
“Borgo”
per
l’ospitalità
riservata
all’imperatore
Arrigo
VII
di
Lussemburgo
,
nel
corso
della
sua
discesa
a
Milano:
questo riconoscimento favorisce un’occasione di impulso per il suo sviluppo territoriale.
Divenuta
parte
del
Ducato
dei
Visconti
di
Milano,
per
volere
di
Gian
Galeazzo
Visconti
,
Mazenta
cede
numerosi
appezzamenti
ai
monaci
della
Certosa
di
Pavia
,
che
si
preoccupano
di
migliorarne subito la resa agricola.
Dalla casata viscontea, il Borgo di Mazenta passa prima agli
Sforza
e poi all’imperatore
Carlo V d'Asburgo
, diventando infine feudo del conte
Luigi Melzi
nel
1610
.
Nel
1629
, quando la peste arriva a Milano, Mazenta viene colpita dall’epidemia, tanto che erige un proprio
lazzaretto
in un’area di campagna confinante con Corbetta.
Nel
XVIII sec.
Mazenta muta definitivamente il suo nome in
“Magenta”
e rimane, con Milano, sotto il
dominio asburgico
.
Nel
1743
Magenta
si
riscatta
dalla
dipendenza
della
pieve
di
Corbetta,
diventando
Vicariato
Foraneo
e
ottenendo
con
bolla
pontificia
di
papa
Benedetto
XIV
il
titolo
di
“Collegiata”
per
la
Chiesa
parrocchiale di S. Martino.
Con
l’ascesa
di
Napoleone
e
con
la
proclamazione,
nel
1805
,
del
Regno
d’Italia
,
Magenta
è
coinvolta
in
un
processo
di
rinnovamento
generale:
secondo
il
nuovo
assetto
politico-amministrativo,
che
prevede
l’affidamento
della
gestione
dei
governi
locali
alla
figura
del
podestà
,
la
“municipalità
di
Magenta
viene
inclusa
nel
terzo
cantone
di
Abbiategrasso
del
distretto
di
Pavia,
dipartimento
dell’Olona”.
In
questa
fase,
la
fonte
di
sussistenza
primaria
resta
per
la
popolazione
magentina,
in
rapido
incremento
demografico,
l’agricoltura
(coltivazioni
di
cereali
e
viti)
accompagnata
dalla
bachicoltura
e
dall’allevamento
bovino,
rinnovabile
nelle
fiere
del
bestiame
di
S.
Biagio
e
di
S.
Rocco
.
La
politica
napoleonica,
caratterizzata
anche
dalla
messa
in
opera
di
grandi
opere
pubbliche, offre un’occasione ulteriore di crescita a Magenta, grazie alla costruzione del
Ponte sul Ticino
, fondamentale per il collegamento Milano-Novara.
Nel
1814
, con la
restaurazione austriaca
, Magenta vive un periodo difficile, causato dall’occupazione militare, dai cattivi raccolti, dalla carestia e dalla diffusione di nuove epidemie (tifo e vaiolo).
Nel
1816
, per scongiurare la fine di queste sciagure, Magenta accoglie con slancio la
reliquia di S. Crescenzia martire
, proveniente da Roma.
Per
volere
di
re
Francesco
I
d’Asburgo
,
ma
con
grande
malcontento
dei
cittadini,
Magenta
torna
a
far
parte
della
provincia
di
Pavia
del
Regno
Lombardo-Veneto
con
l’inevitabile
interruzione
dei
rapporti economici con Milano.
Nel
1836
Magenta
riacquista
forza
dal
punto
di
vista
dei
traffici
commerciali,
divenendo
sede
di
dogana
nella
frazione
di
Pontenuovo
,
in
prossimità
del
ponte
napoleonico
sul
Ticino.
In
questo
periodo sorgono i
primi opifici
, improntati alla lavorazione della seta e del formaggio.
Nel
1845
l’amministrazione di Magenta è affidata al
Consiglio Comunale
, costituito da 30 membri eletti fra i maggiori estimati del Comune.
Dal
1848
Magenta
risente
del
clima
rivoluzionario
scaturito
dai
moti
di
ispirazione
liberale
per
la
risoluzione
della
questione
italiana:
nel
corso
della
I
Guerra
d’Indipendenza
,
Magenta
viene
occupata dalle truppe di re
Carlo Alberto di Savoia
, diretto a Milano.
Nel
1859
l’occasione
per
la
tanto
auspicata
costituzione
dell’unità
d’Italia
sotto
la
monarchia
Savoia
si
presenta
quando
l’Austria
entra
in
guerra
contro
le
truppe
franco-piemontesi
guidate
da
re
Napoleone
III
di
Francia
e
da
Vittorio
Emanuele
I
Savoia
:
è
lo
scoppio
della
II
Guerra
d’Indipendenza
,
culminante
nella
“Battaglia
di
Magenta”
,
combattuta
il
4
giugno
e
culminante
nella
presa
di
Casa
Giacobbe
.
La
battaglia
vede
la
sconfitta
e
la
cacciata
dalla
Lombardia
degli
Austriaci,
comandati
dal
generale
Gyulai
,
e
la
clamorosa
vittoria
degli
avversari
capeggiati
dal
generale
Mac-
Mahon
che, per tale merito, è insignito del titolo di
Duca di Magenta
.
Completata
l’unificazione
nazionale,
Magenta
si
sforza
di
partecipare
al
clima
di
cambiamento
del
Paese,
cercando
di
diventare
una
cittadina
autonoma
ed
efficiente:
è
percorsa
dalla
linea
ferroviaria
Milano-Rho-Magenta
,
internamente
offre
un
servizio
di
spostamento
grazie
al
trenino
a
vapore
“Gamba
de
legn”,
possiede
un
ospedale
locale
(
“Ospedale
Giuseppe
Fornaroli”
)
e
due
centri per l’infanzia (
“asilo Fornaroli”
e
“Asilo Giacobbe”
), incrementa il proprio sviluppo agricolo (“
Canale Villoresi
” e industriale (
Industria“Saffa”
).
Nel
1885
il Prevosto di Magenta,
Don Cesare Tragella
, si adopera per la costruzione di una nuova chiesa che possa accogliere l’oramai numerosa popolazione magentina
Nel
1893
è posta la prima pietra per l’edificazione in della nuova
Basilica di San Martino
, ultimata nel
1903
.
Nel
1904
è inaugurato il Teatro Sociale Lirico Drammatico, che ospiterà famosi personaggi della musica e dello spettacolo.
Nel
1925
re Vittorio Emanuele III inaugura il
Monumento della Vittoria
, dedicato ai caduti di tutte le guerre.
Nel
1935
Magenta è visitata dal primo ministro
Benito Mussolini
, in occasione dell’inaugurazione dell’ampio complesso industriale della
SNIA
.
Nel
1947
Magenta è elevata a rango di “città”, con decreto del capo dello stato
Enrico De Nicola
.
Nel
1959
,
in
occasione
del
Centenario
della
Battaglia
di
Magenta,
la
città
è
visitata
da
illustri
personalità,
fra
cui
il
cardinale
Giovanni
Battista
Montini
(poi
papa
Paolo
VI
),
Il
presidente
della
repubblica francese
Charles De Gaulle
, il presidente della repubblica italiana Giovanni Gronchi e di eminenti uomini politici (
Merzagora, Leone, Pella, Segni, Andreotti e Togni
).