Galleria Magenta
dal 1979
Le tracce di un primo originario insediamento in territorio magentino
risalgono all’Età dei Metalli, intorno al 2500 a.C.
Nel V sec. a.C., nella fase della Roma repubblicana, alcune tribù di
Galli Insubri si insediano stabilmente nella porzione di territorio
magentino più vicino al fiume Ticino (corrispondente all’odierna
frazione di Pontevecchio), costituendo un punto strategico di
collegamento con la Gallia.
Nel III sec. a.C., quando i Romani estendono il loro dominio anche
nell’Italia settentrionale, sulla Gallia Cisalpina, il villaggio diviene
possesso romano.
La fondazione di “Castra Maxentia”, come agglomerato urbano con
una propria identità, avviene forse nel 297 d.C., con l’imperatore
Massimiano Erculeo, che stabilisce la capitale dell’Impero Romano
d’Occidente a Milano, intraprendendo un progetto di riqualificazione
del territorio a ovest della città con la costruzione della “Milano
romana”.
Nel IV sec. d.C. la diffusione capillare del Cristianesimo nei territori
dell’Impero romano induce i Concili di Sardica e di Laodicea a dare
un’organizzazione all’assetto ecclesiastico con l’istituzione di vescovati
che riuniscono le comunità cristiane nel sistema delle pievi rurali.
Maxentia entra quindi a far parte della Pieve di Corbetta.
Nel corso del Medioevo, Maxentia muta il suo nome latino nel volgare
“Mazenta”, ma avverte i contraccolpi della politica intransigente
dell’imperatore Federico I Barbarossa, che non manca di
saccheggiarla. In seguito subisce il duro dominio dei Della Torre,
signori di Milano.
Nel 1310 Mazenta riceve il titolo di “Borgo” per l’ospitalità riservata
all’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, nel corso della sua discesa
a Milano: questo riconoscimento favorisce un’occasione di impulso
per il suo sviluppo territoriale.
Divenuta parte del Ducato dei Visconti di Milano, per volere di Gian
Galeazzo Visconti, Mazenta cede numerosi appezzamenti ai monaci
della Certosa di Pavia, che si preoccupano di migliorarne subito la
resa agricola.
Dalla casata viscontea, il Borgo di Mazenta passa prima agli Sforza e
poi all’imperatore Carlo V d'Asburgo, diventando infine feudo del
conte Luigi Melzi nel 1610.
Nel 1629, quando la peste arriva a Milano, Mazenta viene colpita
dall’epidemia, tanto che erige un proprio lazzaretto in un’area di
campagna confinante con Corbetta.
Nel XVIII sec. Mazenta muta definitivamente il suo nome in
“Magenta” e rimane, con Milano, sotto il dominio asburgico.
Nel 1743 Magenta si riscatta dalla dipendenza della pieve di Corbetta,
diventando Vicariato Foraneo e ottenendo con bolla pontificia di
papa Benedetto XIV il titolo di “Collegiata” per la Chiesa parrocchiale
di S. Martino.
Con l’ascesa di Napoleone e con la proclamazione, nel 1805, del
Regno d’Italia, Magenta è coinvolta in un processo di rinnovamento
generale: secondo il nuovo assetto politico-amministrativo, che
prevede l’affidamento della gestione dei governi locali alla figura del
podestà, la “municipalità di Magenta viene inclusa nel terzo cantone
di Abbiategrasso del distretto di Pavia, dipartimento dell’Olona”. In
questa fase, la fonte di sussistenza primaria resta per la popolazione
magentina, in rapido incremento demografico, l’agricoltura
(coltivazioni di cereali e viti) accompagnata dalla bachicoltura e
dall’allevamento bovino, rinnovabile nelle fiere del bestiame di S.
Biagio e di S. Rocco. La politica napoleonica, caratterizzata anche
dalla messa in opera di grandi opere pubbliche, offre un’occasione
ulteriore di crescita a Magenta, grazie alla costruzione del Ponte sul
Ticino, fondamentale per il collegamento Milano-Novara.
Nel 1814, con la restaurazione austriaca, Magenta vive un periodo
difficile, causato dall’occupazione militare, dai cattivi raccolti, dalla
carestia e dalla diffusione di nuove epidemie (tifo e vaiolo).
Nel 1816, per scongiurare la fine di queste sciagure, Magenta accoglie
la reliquia di S. Crescenzia martire, proveniente da Roma.
Per volere di re Francesco I d’Asburgo, ma con grande malcontento
dei cittadini, Magenta torna a far parte della provincia di Pavia del
Regno Lombardo-Veneto con l’inevitabile interruzione dei rapporti
economici con Milano.
Nel 1836 Magenta riacquista forza dal punto di vista dei traffici
commerciali, divenendo sede di dogana nella frazione di
Pontenuovo, in prossimità del ponte napoleonico sul Ticino. In questo
periodo sorgono anche i primi opifici, improntati alla lavorazione
della seta e del formaggio.
Nel 1845 l’amministrazione di Magenta è affidata al Consiglio
Comunale, costituito da 30 membri eletti fra i maggiori estimati del
Comune.
Dal 1848 Magenta risente del clima rivoluzionario scaturito dai moti di
ispirazione liberale per la risoluzione della questione italiana: nel
corso della I Guerra d’Indipendenza, Magenta viene occupata dalle
truppe di re Carlo Alberto di Savoia, diretto a Milano.
Nel 1859 l’occasione per la tanto auspicata costituzione dell’unità
d’Italia sotto la monarchia Savoia si presenta quando l’Austria entra in
guerra contro le truppe franco-piemontesi guidate da re Napoleone
III di Francia e da Vittorio Emanuele I Savoia: è lo scoppio della II
Guerra d’Indipendenza, culminante nella “Battaglia di Magenta”,
combattuta il 4 giugno e culminante nella presa di Casa Giacobbe.
La battaglia vede la sconfitta e la cacciata dalla Lombardia degli
Austriaci, comandati dal generale Gyulai, e la clamorosa vittoria degli
avversari capeggiati dal generale Mac-Mahon che, per tale merito, è
insignito del titolo di Duca di Magenta.
Completata l’unificazione nazionale, Magenta si sforza di partecipare
al clima di cambiamento del Paese, cercando di diventare una
cittadina autonoma ed efficiente: è percorsa dalla linea ferroviaria
Milano-Rho-Magenta, internamente offre un servizio di spostamento
grazie al trenino a vapore “Gamba de legn”, possiede un ospedale
locale (“Ospedale Giuseppe Fornaroli”) e due centri per l’infanzia
(“asilo Fornaroli” e “Asilo Giacobbe”), incrementa il proprio sviluppo
agricolo (“Canale Villoresi” e industriale (Industria“Saffa”).
Nel 1885 il Prevosto di Magenta, Don Cesare Tragella, si adopera per
la costruzione di una nuova chiesa che possa accogliere l’oramai
numerosa popolazione magentina
Nel 1893 è posta la prima pietra per l’edificazione in della nuova
Basilica di San Martino, ultimata nel 1903.
Nel 1904 è inaugurato il Teatro Sociale Lirico Drammatico, che
ospiterà famosi personaggi della musica e dello spettacolo.
Nel 1925 re Vittorio Emanuele III inaugura il Monumento della
Vittoria, dedicato ai caduti di tutte le guerre.
Nel 1935 Magenta è visitata dal primo ministro Benito Mussolini, in
occasione dell’inaugurazione dell’ampio complesso industriale della
SNIA.
Nel 1947 Magenta è elevata a rango di “città”, con decreto del capo
dello stato Enrico De Nicola.
Nel 1959, in occasione del Centenario della Battaglia di Magenta, la
città è visitata da illustri personalità, fra cui il cardinale Giovanni
Battista Montini (poi papa Paolo VI), Il presidente della repubblica
francese Charles De Gaulle, il presidente della repubblica italiana
Giovanni Gronchi e di eminenti uomini politici (Merzagora, Leone,
Pella, Segni, Andreotti e Togni).
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